Cosa hanno in comune un ricercatore indipendente, studioso della teoria monetaria auritiana, ed un ex-dirigente della Banca d’Italia? Apparentemente nulla, entrambi hanno avuto percorsi di vita differenti, carriere lavorative diverse e origini geografiche distinte. Tuttavia se li si conosce me glio possiamo scoprire che qualcosa che li lega in realtà c’è, questo sentimento radicato, vitale ed unitario si chiama: Amor Patrio.
L’amore per la propria patria e per la propria comunità rappresenta un legame indissolubile ed immenso per l’uomo, esso non si spezza ma si rafforza sempre, non invecchia mai ma si rinnova grazie alle nuove generazioni che sono guarnite di resilienza e perseveranza. A tal fine dovremmo chiederci se questo sentimento può avere una declinazione reale o è destinato ad essere recluso in un archetipo trascendente. A tale riguardo sono giunto alla conclusione che progetti come quello sviluppato da Nicola Arena e Paolo Tanga, possano definirsi perfette partecipazioni nel “mondo sensibile” di quei massimi ideali citati in precedenza.
I motivi che mi hanno portato a questa analisi sono molteplici e cercherò in breve di riassumere qui il loro progetto, al fine di riuscire a comprendere soprattutto perché nasce e quali sono le sue finalità. Innanzitutto occorre menzionare che il progetto fonda i suoi propositi su 2 pilastri:
Il primo è ispirato alla “Rerum Novarum”, la lettera enciclica di Papa Leone XIII. Il testo fu scritto nel 1891 quando la Chiesa si trovò ad esprimere una posizione politica tra i moti rivoluzionari accesi dalle idee socialiste della lotta di classe da un lato, ed il “laissez-faire” capitalista dall’altro. Il Papa ripudiando entrambi i paradigmi economici diede vita alla cosiddetta “dottrina sociale della Chiesa” che si prefigurò come un’ispirazione tra le parti piuttosto che un dogma imperativo. Tale documento divenne col tempo un faro per la maggior parte degli operai e del ceto borghese che, basandosi sui valori cristiani della solidarietà e del benessere comune, decisero di abbandonare la lotta marxista e sostenersi a vicenda ponendo al centro di tutto la persona come “vita umana”.
Il secondo pilastro non può essere definito come un’idea ma piuttosto come la persona che quelle idee le ha incarnate, dalla quale molte altre dopo di lui hanno trovato ispirazione, stiamo parlando del prof. Giacinto Auriti. Il professore nacque nel 1923 a Guardiagrele in provincia di Chieti e laureatosi in giurisprudenza, insegnò a Roma e fondò all’Università di Teramo la facoltà di giurisprudenza nel 1993. Nella sua vita si dedicò al campo del diritto monetario suggellando la “teoria del valore indotto della moneta”, secondo la quale qualsiasi tipo di banconota ha valore soltanto perché la comunità ne accetta in modo convenzionale l’utilizzo. A sostegno di questa tesi ci sarebbe, secondo il professore abruzzese, la fine del “gold exchange standard” nel 1971, che avrebbe dovuto porre fine all’accettazione da parte dei cittadini del dollaro in quanto da quel momento non sarebbe stato più convertibile in oro. Tuttavia questo non avvenne poiché il dollaro era comunemente accettato in tutto il mondo come valuta di scambio. A tal fine il professore asseriva che una moneta non ha valore in quanto pezzo di carta ma soltanto perché i cittadini decidono di accettarla ed utilizzarla per i propri scambi.
Con l’introduzione di questi due presupposti si possono ora evidenziare gli obiettivi e le finalità del progetto AURI. Per questo motivo il piano si lega imprescindibilmente ad una parola chiave che è la “consapevolezza”. A tale riguardo si può affermare che senza la consapevolezza di ciò che abbiamo sostenuto poco fa i cittadini non saranno capaci -non per colpa loro certamente- di accettare ciò che il programma si propone di fare. Nella fattispecie i propositi del progetto sono quelli di utilizzare una moneta: “gli auri”, come mezzo di scambio alternativo all’euro al fine di incentivare gli scambi locali e favorire le imprese del territorio con un aumento del potere d’acquisto per i consumatori. Tutti questi vantaggi parrebbero essere una favoletta per bambini, per le migliaia di imprenditori italiani che in questo momento stanno arrancando per non chiudere le proprie attività ed invece è proprio così.
Il progetto esaminato in tutte le sue parti ha avuto il benestare di avvocati e notai che l’hanno ritenuto perfettamente conforme alle disposizioni legislative vigenti ed in particolare perché la transazione in Auri non esclude comunque le imprese dal pagamento delle tasse. A questo punto ci si chiede dove risieda la bontà del progetto e perché i consumatori e le imprese dovrebbero prediligere gli auri rispetto all’euro. Il motivo è presto detto e si coniuga perfettamente con quello che avevamo definito all’inizio come “amor patrio”. Infatti per le persone che sono vicine a questo progetto, essere patrioti significa in primo luogo attivarsi per la tutela economica del Paese e diventa per loro un fondamento perentorio rendere accessibile a più persone possibili gli intenti del progetto Auri.
Nel fatto il programma consente di ridurre la circolazione dell’euro, disincentivando gli acquisti online che consentono ai big dell’e-commerce di trasportare grandi capitali da uno Stato all’altro, svuotando di ricchezza reale i territori in favore dei miliardari che spesso riescono anche ad eludere il fisco. In quest’ottica gli auri si configurano come moneta fisica alla quale corrispondono beni e servizi reali. Ogni comunità locale può decidere di associarsi per sviluppare il progetto ed emettere questa moneta. La conversione tra euro ed auri è pari ad uno -1 euro = 1 auri- e questo consente alle associazioni di emettere auri in circolazione in cambio di euro, i quali vengono trattenuti in parte dall’associazione come deposito e che possono essere impiegati in futuro per offrire prestiti a tasso zero. Tale liquidità potrà essere erogata sia per risanare le passività delle partite IVA che ne avranno bisogno, sia per i consumatori che necessitano di maggiori risorse. Per questi ultimi il vantaggio principale è quello di ricevere uno sconto – fino al 30%- sui beni acquistati in auri generando un aumento considerevole del potere d’acquisto di chi li usa rispetto agli euro, con una media calcolata di circa il 15% in più.
I vantaggi elencati sono solo alcuni dei numerosi benefici di cui i cittadini italiani potrebbero beneficiare se avessero la possibilità di venire a conoscenza di questo progetto veramente rivoluzionario. Un programma innovativo per le immense potenzialità che porta con sé e per la sua prospettiva di tutela economica da un lato e di sviluppo dall’altro. Ci auspichiamo che tale contributo umano possa presto concretizzarsi al fine di favorire in primo luogo un’ampia crescita locale e questa volta, veramente sostenibile.
Cristian Pelliccioni
Anguillara Sabazia 23 febbraio 2022